Lettering – il carattere di un graphic designer

Lettering o letterizzazione

Lettering è un termine utilizzato nell’arte dello studio delle forme di scrittura che sta ad indicare le differenze tra la semplice scrittura manuale ad un’insieme di lettere rappresentative che stanno a raffigurare uno stile tipografico disegnato.
Quello che viene utilizzato per differenziare la scrittura manuale, artistica, a quella tipografica è nella sua intenzione il modo di valorizzare essa stessa nel modo più creativo e artistico possibile, con particolare riferimento al mondo della grafica odierna e nel contesto rappresentativo, visivo e nella comunicazione visiva in generale.

Mantenendoci larghi viene definito lettering tutto quel ramo creativo appartenente al mondo del graphic designer che allo scopo di comunicare in maniera alternativa va ad utilizzare forme e geometrie che si adattano all’intento del messaggio, anche se in realtà il lettering, è uno studio mirato alla crescita creativa del messaggio in se.

Dati i presupposti, le lettere possono essere poste su diverse tipologie di superfici (manifesti, insegne, volantini, biglietti da visita, grafiche in generale e tutto ciò che riguarda la comunicazione visiva stampata e non…) con stili di impressione differenti che vanno dalla stampa allo stencil, alla stampa digitale o all’utilizzo di appositi programmi / software idonei alla lavorazione delle grafiche vettoriali come ad esempio, Adobe Illustrator (contenuto nell’omonima suite denominata Adobe Creative Cloud) o altri software di natura GNU come Inkscarpe.
Le lettere che non sono state create utilizzando strumenti digitali sono comunemente chiamate hand-written, meglio noto con la sua variante italiana che sta per letteralmente “scritte a mano”.

C’è stato poi a seguito di svariate manipolazione artistiche, quelle, che sono emerse per spiccata semplicità di utilizzo e quindi venute a noi oggi come cosiddetti font popolari, tra i più noti vi sono sicuramente sans serif, serif, script o corsivo, blackletter oggi noto come gothic o graffiti..

Il lettering nella sua forma d’arte

Il lettering, in sé, non deve essere confuso con termini attinenti come calligrafia o tipografia, infatti la calligrafia è conosciuta come un processo rigido che richiede la conoscenza o l’apprendimento di forme formali relativamente alle lettere.
Invece la tipografia, in sé è l’uso stretto di un carattere il cui sistema viene continuamente ripetuto nello stesso aspetto.

Curiosità

Il lettering è un termine oggi noto e alla moda per essere utilizzato come forma intrinsecamente artistica da artisti stessi che basano le loro conoscenze grafiche sulla creazione di nuove forme di scrittura, spesso, a mano libera il cui risultato, è tra l’altro, molto appariscente e vistoso, ma che al contempo prevede una certa manualità e bravura.
In un mondo coronato da molteplici stili creativi si tende per lo più a portare una certa innovazione per far sì che la comunicazione visiva risulti quanto più possibile accattivante, ma al contempo fa sì che l’intero ambiente grafico-creativo risulti saturo da inconvenienti equivoci che vanno ad interferire nell’arte basale del lettering stesso.

In realtà molto spesso si tende a confondere il lettering con il font, dove il secondo sta ad indicare il carattere in sé utilizzato (o scelto) per la stesura di un testo e il modo che esso ha di comunicare, infatti quando utilizziamo il nome dello stesso (esempio: times new roman) ci rivolgiamo al nome stesso di quel preciso gruppo di lettere che stiamo scegliendo di utilizzare, quindi, per cui, non ci rivolgiamo al tipo di forme scelte ma al carattere in sé, al suo stile e al nome che quel pacchetto (insieme di stili e lettere) ha.

L’arte del lettering, è in realtà, una disciplina molto antica che oggi corre in nostro soccorso per far sì che la nostra creatività possa emergere quanto più possibile.
Quando invece parliamo di “font”, termine derivante dal francese medievale che sta per “fonte” utilizziamo un termine che si rifà al latino che indica “fundere”, letteralmente “fusione”, con riferimento ai caratteri mobili che venivano utilizzati all’atto della stampa, ottenuti mediante tecniche di fusione del metallo all’interno della forma contenente la matrice del singolo carattere.
Carattere che solitamente conteneva (allora come ora) un vario numero di singoli simboli (detti glifi) quali: lettere, numeri e punteggiatura.