Visual communication

Visual communication o comunicazione visiva è il termine utilizzato che si riferisce al veicolare un messaggio grazie all’utilizzo di un’immagine, spesso detta anche comunicazione iconica dal greco eikon, che rappresenta in materia simbolica e metaforica quella che è la realtà.
La comunicazione veicolata per via d’immagini permette di raggiungere la massima efficacia comunicativa nel minor tempo possibile, tra le tante virtù di questo tipo di comunicazione vi è, spesso, l’importanza di essere un tipo di comunicazione che non necessità di confini, quindi poliglotta.

Grazie al suo forte potere riesce a comunicare tempestivamente (nell’immediato) il suo messaggio con estrema compressibilità e con facilità di memorizzazione.
Questo tipo di comunicazione nel 90% dei casi riesce a comunicare grazie alle emozioni e può avvenire tramite l’utilizzo di diversi mezzi o strumenti, quali: la fotografia, la grafica, il video, la scrittura, la scultura e la pittura.

L’approccio semiotico o iconologico permette di occuparsi dei segni, elementi che a primo sguardo comunicano il loro significato diventando presto un fenomeno.
Come tutti i tipi di comunicazione, anche per la comunicazione visiva, si considera un emittente e un ricevente, al centro dei quali vi è il vettore che contiene il messaggio, nel nostro caso il vettore è l’icona.

Un esempio stupido della comunicazione visiva è uno dei più importanti glifi, la semplicissima tabella della toilette, basta guardarla per riconoscerla, è una tabella che non ha confini, non ha lingua ed è a tutti comprensibile, infatti, anche un russo può trovarsi davanti a questa tipologia di glifo per rendersi conto che anche in Turchia c’è un bagno all’interno di quella data attività commerciale.

La comunicazione visiva si può distinguere in:

  • Casuale, quella trasmissione di un’immagine che può essere interpretata liberamente dal ricevente;
  • Intensionale, che veicola un messaggio preciso in maniera volontaria dando al ricevente il messaggio che gli si vuol consegnare.

Per dar atto ed esser certi che il nostro messaggio funzioni correttamente bisogna saper creare una connessione fisica e psicologica tra mittente e destinatario, infatti tornando alla comunicazione intenzionale possiamo suddividerla in due importanti categorie: pratica e/o estetica.
Nel primo caso (quella pratica) è un’informazione di tipo oggettiva ed è comunemente accettata, il ricevente interpreta l’immagine (o icona) usando un codice già appreso e/o diffuso (come i segnali stradali).
Nel secondo caso (estetica) è di tipo soggettiva, essendo l’estetica stessa di per se un fattore indubbiamente soggettivo, in questo caso il messaggio potrà essere, infatti, interpretato in maniera differente.

Tuttavia, anche nel caso di comunicazione intenzionale, che sia avvale di un codice condiviso, potrebbero esserci dei “filtri” che alterano la percezione del messaggio e possiamo separare gli stessi in: sensoriali, operativi e culturali.
Nella comunicazione visiva si consideri almeno la presenza di due soggetti: l’emittente, colui che emette il messaggio e il ricevente, colui che riceve il messaggio.

Roman Jacobs riferendosi al linguaggio della comunicazione visiva, attribuisce anche altre forme, quali: informativa o referenziale, espressiva o emotiva, estetica conativa, metalinguistica o fatica.

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