Cos’è e come funziona un algoritmo informatico
Addentrandoci nel mondo degli algoritmi potremmo imbatterci in un’infinità di possibilità, dagli algoritmi matematici, ai matematico persiani, agli algoritmi naturali, agli algoritmi fisici, all’algoritmo di Euclide, all’agonismo di Dijkstra e a chi più ne ha più ne metta, per questo all’interno di questo articolo ci conteremo su quello che viene definito algoritmo all’interno del campo dell’informatica, che per dirla in parole povere, un algoritmo, non è altro che una procedura di calcolo che serve a risolvere uno o più problemi, più o meno complessi, come ordinare una lista, come decidere dei nomi, come guidare delle operazioni, tutto può essere deciso e giustificato da un algoritmo, in parole povere per poter comunicare con un computer o con il web in generale quello di cui abbiamo bisogno è un codice e per poter scrivere questo codice quello che ci serve è appunto un algoritmo.
Possiamo avere una rappresentazione visiva grazie ad un diagramma di flusso che non è altro che una rappresentazione a blocchi di ciò che schematicamente avviene durante lo svolgimento di una tale operazione e cosa essa deve poter fare per giungere ad un risultato, grazie a delle indicazioni che ne indichino le direzioni.
L’ordine, come noto nel mondo della programmazione è più che importante per seguire le istruzioni quando come istruzioni intendiamo molte cose.
Un po’ come dire qual’è la giusta procedura per realizzare una torta?
Non è difficile comprendere che oltre alla certa importanza degli ingredienti è importante anche la sequenza con la quale questi ingredienti vengono eseguiti, altrimenti potremmo con facilità indossare le mutande sopra i pantaloni.
Nonostante quest’ultima affermazione possa sembrare tragicomica serve a farci ben comprendere quanto la sequenza sia importante, e non ci torna difficile capire che forse è meglio indossare prima le mutande e poi i pantaloni, pensate se la nostra vita, oltre che a quella informatica, non fosse deliberatamente regolata da algoritmi cosa potremmo combinare: potremmo indossare prima le scarpe e poi i calzini, potremmo prima asciugarci e poi defecare, potremmo chiudere la porta e poi tentarne l’ingresso, potremmo fare tante cose tutte al contrario.
Questo oltre che in informatica accade anche in natura, lo stesso nostro algoritmo biologico, che regola nel complesso le nostre giornate.
Il mondo è composto da algoritmi.
L’algoritmo applicato al mondo del web
Come abbiamo già chiarito l’algoritmo non è altro che la corretta procedura di fare le cose, il modo in cui andando a compiere A ci porterà al B come risultato, nella vita come nell’informatica.
Applicando queste regole nel mondo del web, ci rendiamo subito conto che possiamo trovarle ovunque, gli algoritmi di Google per decidere chi deve stare sopra chi al livello di posizionamento SEO, l’algoritmo utilizzato nei browser, algoritmo che regola i software, indipendentemente che essi siano progettati per il web o non, i software esistenti sul mercato, la grafica, l’arte in generale.
Tornando a Google, il motore di ricerca più famoso, ci rendiamo subito conto quanto complessi siano i suoi algoritmi, e quanti ne usa, tra cui i Core Web Vitals, gli algoritmi di Schema.org e tutti gli algoritmi che regolano il World Wide Web in generale, persino quelli che c’hanno portato al web 2.0 e che in futuro ci spingeranno verso il web 3.0, per non parlare di tutti gli algoritmi che vanno a regolare grazie al web il nostro vivere quotidiano come quelli relativi all’internet of thing.
Anche l’arte è cambiata, e basta analizzarla seguendo quella che fu la storia dell’arte, possiamo subito renderci conto quanto questa grazie alla digitalizzazione e ad software come Photoshop, Illustrator e tutta la Suite Adobe abbiano contribuito, grazie ai loro algoritmi a questa notevole evoluzione, cambiando completamente il mondo semantico e semiotico di vedere l’arte.